Banco Alimentare
«Con il cibo che avanziamo e buttiamo potremmo dar da mangiare a tantissimi. Se riuscissimo a non sprecare, a riciclare il cibo, la fame nel mondo diminuirebbe di molto. Ci sono tanti bambini che piangono perché hanno fame. L’altro giorno all’udienza del mercoledì, dietro una transenna, c’era una giovane mamma col suo bambino di pochi mesi. Quando sono passato, il bambino piangeva tanto. Le ho detto: signora, credo che il piccolo abbia fame. Lei ha risposto: sì sarebbe l’ora… . Ho replicato: ma gli dia da mangiare, per favore!
Ecco, vorrei dire lo stesso all’umanità: date da mangiare! Quella donna aveva il latte per il suo bambino, nel mondo abbiamo sufficiente cibo per sfamare tutti. Se lavoriamo con le organizzazioni umanitarie e riusciamo a essere tutti d’accordo nel non sprecare il cibo, facendolo arrivare a chi ne ha bisogno, daremo un grande contributo per risolvere la tragedia della fame nel mondo. Vorrei ripetere all’umanità ciò che ho detto a quella mamma: date da mangiare a chi ha fame! La speranza e la tenerezza del Natale del Signore ci scuotano dall’indifferenza».
dall’intervista di Andrea Tornielli a PAPA FRANCESCO (da La Stampa 15 dicembre 2013)
Il cibo raccolto sarà distribuito alle oltre 8.800 strutture caritative convenzionate con la Rete Banco Alimentare che assistono ogni giorno oltre 1.800.000 poveri.
«La vita umana, la persona non sono più sentite come valore primario da rispettare e tutelare, specie se è povera […].
Il consumismo ci ha indotti ad abituarci al superfluo e allo spreco quotidiano di cibo,
al quale talvolta non siamo più in grado di dare il giusto valore, che va ben al di là dei meri parametri economici. […]
Invito tutti a riflettere sul problema della perdita e dello spreco del cibo per individuare vie e modi che,
affrontando seriamente tale problematica, siano veicolo di solidarietà e di condivisione con i più bisognosi. […]
Quando il cibo viene condiviso in modo equo, con solidarietà, nessuno è privo del necessario,
ogni comunità può andare incontro ai bisogni dei più poveri».
(Papa Francesco, Udienza Generale del 5 giugno 2013)