Cormano Sacro Cuore di Gesu’
L’incontro con Cristo trasforma la vita
a cura della segreteria parrocchiale del Sacro Cuore di Gesù
Il primo documento dell’archivio parrocchiale che parla dell’attività religiosa nella zona di Molinazzo di Cormano risale all’8 febbraio 1929. Con una lettera, l’allora parroco di Cormano, don Seveso, chiedeva al Vicario generale di esaudire il desiderio dei F.lli Tosi per l’assistenza religiosa delle donne addette alla raccolta degli ortaggi. Arrivano le suore e funziona la cappellina di via Balossa: un documento della Curia del 4 settembre 1936 dà infine l’assenso alla celebrazione della Santa Messa in questa chiesina.
Nel 1954, all’inizio di via Gramsci, veniva costruita una cappella in legno. Successivamente, con l’aumento della popolazione, fu costruita una cappella sul terreno situato in via Somalia che il provicario, Mons. Oldani, benediceva il 17 giugno 1956. Nell’ottobre 1959 la chiesa era affidata a un vicario oblato, Padre Marco Scandroglio.
Nel 1961 don Alessandro Manzoni veniva nominato primo parroco della Parrocchia Sacro Cuore di Gesù in Molinazzo di Cormano. Il Decreto dell’Erezione Canonica della Parrocchia fu firmato l’11 giugno 1962. Ma sarà solo negli anni ’90 che l’edificio, da semi-fabbricato che era, verrà trasformato in un tempio vero e bello: la chiesa Sacro Cuore di Gesù.
La prima cosa che colpisce entrandovi è la figura gigantesca di Gesù che mostra, a tutti coloro che Lo guardano, il Suo Sacro Cuore, segno di infinita misericordia, e i personaggi sulle pareti ai lati del Sacro Cuore stesso.
L’impianto di tutto il dipinto a sinistra di chi guarda poggia su San Giuseppe, che è il simbolo dell’uomo cristiano. Quindi la conversione di San Paolo e l’incontro con Anania: l’incontro con Cristo produce un cambiamento dell’umano. Ed è ciò che viene qui rappresentato: in Occidente, il monachesimo con San Benedetto e la rinascita della fede popolare con San Francesco; in Oriente, i Santi Cirillo e Metodio; e nella Chiesa ambrosiana per opera di Sant’Ambrogio, Sant’Agostino e del grande “condottiero” San Carlo.
Il dipinto di destra rappresenta quanto avvenuto dopo il Concilio Vaticano II, i Papi che lo hanno realizzato e quelli che sono vissuti dopo, Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo I. Sono rappresentate le “nuove barbarie” (schizzo del “Guernica” di Picasso, i nazisti che fucilano i prigionieri). Queste nuove barbarie sono arginate dalle grandi figure di Papa Giovanni Paolo II, del Beato Palazzolo con le Suore delle Poverelle, Padre Massimiliano Kolbe, Edith Stein.
Nella parte superiore dell’affresco sono rappresentati i Movimenti ancora presenti oggi: Madre Teresa di Calcutta, sotto il Cardinal Martini, Giorgio La Pira, don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione, Chiara Lubich, fondatrice dei Focolarini. I colori molto marcati sottolineano la bellezza dell’esperienza cristiana.
Questo affresco segue l’antica idea medioevale secondo cui lo scopo dei dipinti non è l’abbellimento pittorico, ma l’essere strumento di catechesi: guardando i dipinti si impara. L’idea-guida dell’affresco è: “Cristo, centro del Cosmo e della Storia”; l’incontro con Cristo trasforma l’umano e fa diventare bella la vita.
Squilla LXXXI 6