La confessione: FAQ

Tutto quello che avreste voluto sapere sulla confessione e non avete mai osato chiedere!

DIO DI NESSUNA COSA SI RALLEGRA

COME DELLA CONVERSIONE

E DELLA SALVEZZA DELL’UOMO

Giovanni Crisostomo

1     CONFESSARSI: CHE SENSO HA?

Sa chiedere perdonochi ha una relazione.

Essere uomo vero non significanondover niente anessuno: così è il bambino capriccioso, l’adolescente egocentrico.

Se hai una relazione che ti sta a cuore,di fiducia e di fedeltà, a cui devi molto della bellezza della tua vita, di cui sei grato, allora quando qualcosa la ferisce o la tradisce, si chiede perdono. Diventa necessario chiederlo, perché ci tieni a non perdere una relazione così.

Ha senso parlare di Riconciliazionesolo per chi ci tiene alla sua relazione con Gesù. Ha senso solo se si è cristiani.

La Riconciliazione è il segno di una vita cristiana matura. Ad ogni etàlo si può essere. Seirimandato alla domanda fondamentale: ma io sto seguendo Gesù?

2 DOVE STA SCRITTO CHE GESU’ HA VOLUTO LA CONFESSIONE?

Nel Vangelo non trovi certoscritto: “Gesù diceva: andate a confessarvi ogni mese”. Nemmeno: “Andate a Messa ogni domenica”.

Non si legge il Vangelo così.

Ma se cerchi i gesti di perdono di Gesù ne trovi tanti: a Pietro (Mt 6,69-75), a Zaccheo (Lc 19,1-10), all’adultera (Gv 8,1-11)a Matteo (Mc 9,9-13)… Gesti commentati da Gesù con la parabola del Padre misericordioso (Lc 15, 11-32).

E’ questo perdono che ha scossoi suoi: come può Gesù tenere con sé gente così,gente che lo ha tradito? Come può aver fiducia ancora in noi?

Da questo “shock”nasce questo sacramento, gesto di Gesù che continua nella Chiesa: essalungo la storia fa incontrare il perdono di Gesù. Attraverso la Riconciliazionegiunge a te lo”shock”di Dioche ti rinnova la sua fiducia.

Insomma: il perdono di Dio è scritto nel cuore del Vangelo.

 

3   PERCHE’ NON POSSO DIRE I MIEI PECCATI DIRETTAMENTE A DIO ?

Certo che bisogna dirli a Dio! E’ a lui che ti rivolgi: col Battesimo sei suo figlio, ci mancherebbe che non si possa parlarecol nostroPapà!

Questo Padreè concreto e non sta tra le nuvole o nei tuoi sentimenti. Dio è venuto tra gli uominiinGesù: noi seguiamo lui. Concretamente seguiamo lui e, se scivoliamo, concretamente chiediamo perdono e concretamente risentiamo le sue parole di perdono.

Concretamente: cioè dalla Chiesa che ha come compito mostrare che Dio non se ne sta nelle nuvole, ma è venuto ad abitare tra noi.

C’è una bella differenza tra “immaginare“ il perdono di Dio  e “provarlo”: non siamo fatti solo d’interiorità.

Così, inoltre, cisi sottrae al rischio della facile autoassoluzione.E , all’opposto, al tormento di non riuscire a perdonarsi.

 

4       ma Che C’ENTRA LA CHIESA CON UNA COSA CHE RIGUARDA mE E DIO?

La Chiesa c’entra.

Perché nel momento in cui col Battesimoentri nel cuore di Dio come figlio, entri nel suo corpo che è la Chiesa, fratello tra fratelli.Quello che tu sei,riguarda inevitabilmentela Chiesa, di cui sei membro vivo.

Quando è poco bello un cristiano, è meno bella anche la sua Chiesa. Con il tuo peccato (anche se non viene alla luce) non solo tradisci la tua amicizia con Dio, ma insieme indebolisci la bellezzadella Chiesa, perché sei meno bellotu.

Sei “pietra viva“ della Chiesa;se tu sei pietra friabile, tutto l’edifico diventa  pericolante.  C’entraeccomela Chiesa coi tuoi peccati.

 

5       MA PERCHE’ OCCORRE il prete PER ASSOLVERMI dai peccati?

Sia chiaro: il prete non è una specie di mago che traffica con poteri sacri, non èunmedium tra Dio e noi… L’unico mediatore tra Dio e l’uomo è Gesù e seguendo lui siamoin comunione con Dio.

Il prete col sacramento dell’Ordine ha ricevuto da Gesùil compito di garantire a tutti, lungo i secoli, di poter rivivere autenticamente isuoi gesti.Per questo è lui che ti può dire: “Ricomincia! Il Signore si fida ancora di te!La Chiesa conta ancora sulla tua testimonianza”. Grazie alle sue parole sai che Dio ti perdona veramente.

Il prete garantisce il perdono di Dio nel sacramento.

Ma anche ciascuno di noi, nel perdono quotidiano piccolo o grande, permette di fare esperienza del super-dono di Dio. Perché nel Padre nostro si dice “Rimetti a noi i nostri debiti come noi rimettiamo ai nostri debitori”…Tu sai perdonare?

 

6   UN PRETE CHE MI CONOSCE O NO?

Un prete vale l’altro, perché ogni prete può ridarti davvero la forza del perdono di Dio.

Ma se vuoiche la confessione siaanche unmomentodi discernimento, allora è buonacosafarsi conoscere da un prete che senti capace di comprendere il tuo cuore e di accompagnarti. In questo senso un prete non vale l’altro.

Il sacramentonon dipende dallenostreumanità, però non prescinde da esse.

È sempre più grande di noi, però passa attraverso di noi.

 

7 Nella confessione posso aprire il cuore su quello che mi assilla?

Certo. Ogni confessore sa di dover esercitare un servizio di “consolazione” cioè di ascolto, incoraggiamento, consiglio. La vita di un giovane è sovente dura, piena di sfide e interrogativi e di casini, esigente: abbiamo bisogno di essere ascoltati  e consigliati e la parola di un fratello maggiore di cui riconosco la saggezza fa bene.

Apri pure il cuore su ciò che lo grava, lo interroga o lo allieta. Ma non ridurre la Riconciliazione a una seduta di psicologia o uno sfogo dei sentimenti. Si sta davvero bene quando si trova la via di Dio e su di essa si cammina.

 

8       SI DEVE DIRE PROPRIO TUTTO IN CONFESSIONE? OGNI PECCATO?

Si chiede perdono innanzitutto per ciò che ha  rotto la relazione vitale con Dio, icedimenti pesanti a uno stileben lontano dalVangelo. Tacere apposta tutto ciò è come dire: “Gesù non  c’entri, questo è affar mio”. E’ come se non ti fidassi di Dio. E allora resti lì col tuo peccato.

Meglio saperlo: un prete non può per nessuna ragione dire a nessuno–o farlo intendere- cosa ha sentito in Confessionee da chi. Se lo facesse c’è per lui la scomunica (= esclusione dalla Chiesa).Fosse anche un delitto: ti chiederà di confessarlo anche alla giustizia umana, ma non può farlo lui.

 

9 MA le PICCOLE scematine…

È vero: spesso non ci sono fatti così grossi da ricorrere al sacramento. Ma se diciamo: “Beh, oggi fanno tutti così, che male c’è!?”

Qui è il punto: lasciamo che sia quel che fan tutti -e non quel che fa Gesù- a guidare la nostra vita: la coscienza si appanna e non vediamo più la strada. A cominciare dalle piccole cose. Egoismi, pregiudizi, impurità, pettegolezzi, superficialità, volgarità, avidità, bugie, pigrizie.. non sono così innocui come appare. Soprattutto se si fanno abitudine. E dall’incuria del piccolo può nascere la frana.

Anche se i peccati sono lievi e feriscono      la vita cristiana senza ucciderla (una volta si chiamavano peccati veniali) chiedi il perdono per essi nella Riconciliazione.

 

10 e i peccati del sesso? Si devono confessare ancora?

Vedi tu. Il sesso è una cosa troppo vicino al cuore per dire che è irrilevante. E sai bene che quando si imposta solo sugli istinti il casino è forte, la confusione totale e i guai acidi. I dettagli non occorrono, la franchezza sì.

Tre secondi di  rossore tolgono di mezzo il fango interiore, dicevano gli antichi. E avevano ragione.

 

11 MI SEMBRA DI RIPETERE SEMPRE LE STESSE COSE…

Aver davantisempre lo stesso avversario  non è segno che hai perso la partita; è il segno che la partitanon è ancora finita. La vittoria definitiva sarà Lassù: non prima.Con Gesù ci arriveremo.

Dio non ti chiede di abbattere l’albero, ma di trovarti con la scure in mano.

 

12Dio mi perdona.maio non riesco a perdonare me stessO.

 

Ci sono momenti in cui ti sembra di averla combinata davvero grossa,e dicidi te:“Ormai…”Momenti delicatissimi.

LìGesù ti dice: “Non avere paura. Io hoancora fiducia.Vuoi ricominciare?” Sulla sua Parola riprendiamo il largo e gettiamo le reti. La nostra forza non sta nell’essere bravinoi:ma che è bravo lui. Qualunque cosa tu abbia combinato, lui ti ha già perdonato. Mai dire: “Ormai…”

Dio non ti perdona perché tu ti confessi: ma ti confessi perché Dio ti perdona.

 

13     OGNI QUANTO CI SI CONFESSA?

 

Primo:tutte le volte che c’è stato un grosso incidente che ti ha fatto uscire di strada, deragliandodal Vangelo.O se da tempo -troppo!-  non ti confessi proprio: anche questo dice molto..

Secondo: anche se non ci sono stati grossi incidenti, tieni d’occhio il motore della tua vita.Non c’è una scadenza di tempo, ma una Riconciliazione mensile ti aiuta a tenere il polso della situazione. Un buon ritmo fa bene.

Terzo: non accostarti alla Riconciliazione in modo irragionevole. I peccati della fragilità, dicevano gli antichi Padri, vengono “bruciati” dal fuoco dello Spirito di Dio ricevuto nell’Eucaristia, dalla carità, dalla pazienza, dalla preghiera, dal digiuno, dalla cura dei poveri. Non trascurare questi gesti per fortificarti: la Riconciliazione è uno, non il solo mezzo di liberazione dal peccato.

Quarto: non aspettare mai la vigilia delle feste.

Cura nel quotidiano la relazione con Dioenon lasciarlo cadere nella routine.Chi lascia che la Parola di Gesù sia “lampada ai miei passi” (Sal 118) si accorge sempre più dov’è il bene e dov’è il male. E cammina.

 

14     QUALE RAPPORTO C’E’ TRA CONFESSIONE E COMUNIONE?

 

Per fare “la”Comunione bisogna essere “in”Comunione. Cioè bisogna essereunitia Gesù e ai fratelli, in quella vita che il Battesimo ci dona, la  Riconciliazione rilancia e l’Eucaristia sostiene.

Se a Gesùci tieni davvero e non ci sono stati grossi deragliamenti, vaia ricevere il suo Pane di vita, che brucia le tue fragilità quotidiane.Il suo amoredavvero  “toglie i peccati del mondo”.

Ad ogni buon conto: nessuno è così all’altezza di Gesù, da non aver bisogno di dirgli: “Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa. Ma dì soltanto una parola e io sarà salvato”.

 

15QUAL E’ IL SENSO DELLA PENITENZA ALLA FINE DELLA CONFESSIONE?

 

La penitenza non è un modo per dire che nella vita “chi sbaglia, paga!”. Tutt’altro. E’ un modo per dire: “Chi sbaglia, ricomincia!”.

Lapenitenza è ilprimo passo dellaripresa di uno stile evangelico: una preghiera, un gesto di bene, calibratisulla tua situazione, che rigenera là dove qualcosa si è rotto. Così faccio mia quella misericordia sorprendente. E così dai il via a un rinnovato cammino, che ti fortifica nel bene.

Nel linguaggio evangelico penitenza significa: i passi verso Dio.

 

16     “Mi SENToBENE”DOPO LA CONFESSIONE. Segno che é vera?

 

Il “beneficio”della Confessione ha certo un livello psicologico: “dire”ciòche hodentroe mi pesa, e “udire”che si può ricominciare è tutt’altro che irrilevante circa il “sentirsi bene”.

Ma la Confessione non si riduce ad un effetto psicologico. E’ una dinamica spirituale che si mette in moto. Cioè molto di più.

Il beneficio della Confessione sta nella libertà del cuoreche nonè più irretitoda invincibili legami col male, disinnescato dal perdono di Dio.Ilpeccato ha la sua radice nel sospetto che Dio non sappia farmi felice: ora cheho “udito”che Dio mi perdona e mi libera, provo una inaspettata,grandissima gioia.E una gratitudine infinita.

La gioiae la gratitudine: la risorse migliori per star lontano dal male e per amare come ama Dio. È il cuore nuovo, che hai ricevuto nel Battesimo.

 

17     pecco. tanto poi mi confesso..

 

E bravo! Ancora pensi che il peccato sia come uno sgarro e qualcuno in alto decide che si può far finta di niente?!

No. Il peccato è vero.  Davvero rende friabile la tua umanità, davvero indebolisce la Chiesa, davvero inquina la storia degli uomini. Perché davvero sciupa, infrange un rapporto, una storia. Davanti al tuo peccato Dio non dice: “Facciamo finta che tutto va ben, tutto va ben..”. No: lo prende sul serio -fino alla croce!- perché prende sul serio te.

Se coltivi un rapporto, che è il tesoro della tua vita, allora non puoi dire “tanto poi mi confesso”. Chi ama davvero lo sa bene.

 

18     perché POI RIMANGO SEMPRE LO STESSO ANCHE SE MI CONFESSO?

 

Innanzitutto Dio non lega il perdono al “non farlo mai più”: ti chiede di “impegnarti” a non farlo più. Nella vita cristiana non c’è nessuna magia: c’è la forza di Dio, che è il suo amore per tee con questa forza, se vuoi, puoicambiare la tua vita.

Non aspettarti magiche risoluzioni di problemi interiori: puoi contare però sulla fiducia che Dio ti ha ridato, sulle energie intatte che ritrovi, sulla luce e sulla pace che il bene e la verità ritrovate ti regalano.  La fede in Gesù non toglie la tua responsabilità: toglie l’ansia e la sfiducia, liberando così il meglio di te. Provaci: con la sua forza, ma con la tua volontà.

Siamo di nuovo alla questione di partenza: la cura del tuo cammino di fede. Una fede che nasce dal perdono: insommauna fede perennemente giovane.

 

19     se dio perdona, allora a chi fa il male va A FINIRE sempre bene…

 

No. Il male è male. Vivere nel male ottunde così tanto da non vedere più la luce del bene. È brutto e pericoloso vivere così. Tolleranza zero col male.

Chi compie il male va messo in condizione di non nuocere; ma la persona è sempre più grande del male che fa. Sempre. Giustizia è fatta non quando “la paga tutta”, ma quando si riscatta e si ricostruisce. E solo il bene ricostruisce. Perché sorprende e risveglia il cuore ottuso dal male.

Dio perdona, non condona il peccatore. Che così vede il male e si mette faticosamente a cercare di “essere” nel bene. Cosa non senza dolore. “Ahi quanto a dir qual era è cosa dura…”: leggi le prime 9 terzine dell’ Inferno di Dante…

 

20     i divorziati risposati, chi si sposa civilmente, chi convive. Ma perché non possono confessarsi?

 

E una spina dolorosa, questa. Su cui la Chiesa oggi è in ascolto per essere meglio fedele a Gesù.

Gesù dice che l’amore tra l’uomo e la donna è il segno vivo dell’amore fedele e inesauribile di Dio per noi. E con lui è davvero così: per questo due cristiani non possono che sposarsi “nel Signore”. 1 Con la convivenza o il matrimonio solo civile è come se di fatto dicessero: io non ti riconosco in questo nostro amore, faccio a meno della tua grazia. E ciò pone in contraddizione col cercare Dio, nel suo Perdono e nel suo Pane.

2 Dove il patto d’amore è sigillato dal sacramento (che è gesto di Dio, prima che nostro) romperlo e  iniziare un’altra stabile storia è venir meno alla vocazione di essere segno dell’amore eterno di Dio, tipico degli sposi cristiani. Così mancando il segno dell’amore di Dio nella coppia, viene meno il segno dell’amore di Dio della Comunione (e della Riconciliazione che ne apre la via).

Ma né divorziati, né conviventi, né sposati solo civilmente sono esclusi dalla Chiesa: il Battesimo ci fa figli di Dio per sempre e anch’essi, come tutti, ne vivono la grazia. Quante volte i preti lo vedono! Dio si fa compagno dei passi di ogni uomo, più che mai quando c’è un cuore ferito o confuso o incerto. Vuoi che il Signore neghi loro la sua provvidenza, lui che ci ama fino al sangue? Vuoi che la Chiesa non sia vicina a ciascuno dei suoi figli?

 

 

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