Santuario Madonna del Pilastrello
SANTUARIO DELLA MADONNA DEL PILASTRELLO
Il santuarietto dedicato alla Beata Vergine delle Grazie, detto del PILASTRELLO perché sorto proprio dove anticamente era posta una pietra miliare indicante il V miglio della strada che da Milano porta fino ad Asso attraverso gli abitati di Desio ed Erba (da cui il nome Vallassina o della valle di Asso), risale al 1400 circa, come pure l’affresco raffigurante l’effige della Madonna.
La struttura dell’edificio così come appare oggi è successiva al 1600, epoca alla quale risalgono anche gli affreschi interni fatti eseguire dalla Contessa Caterina Perini.
Nel 1582 vi sostò in preghiera San Carlo Borromeo durante la sua visita pastorale a Bresso.
Durante la pestilenza del 1630 fu adibito a lazzaretto.
L’edificio è stato oggetto di vari interventi di restauro soprattutto nel secolo scorso.
Anche Alessandro Manzoni , proveniente dalla vicina residenza estiva di Brusuglio, attraversando il Seveso e percorrendo l’attuale via Corridoni e la via che in seguito porterà il suo nome, fu spesso pellegrino al Pilastrello.
Nostra Signora delle Grazie in Bresso,
detta Madonna del Pilastrello
di Francesco Boso
Il Santuario sorge sul quinto miglio della Valassina, a circa sette chilometri dal capoluogo milanese, distanza indicata originariamente da una colonna posta vicino all’oratorio. Gli studiosi hanno avanzato un’ipotesi interessante sul fenomeno, legando tali luoghi di culto alle antiche pietre miliari che scandivano il tracciato delle strade romane. Anche l’oratorio bressese sorge, infatti, su una strada di origine romana, “La Valassina”, che costituisce ancora oggi una delle principali vie di comunicazione con i comuni del Nord di Milano. Nonostante il territorio di Bresso non abbia restituito testimonianze dirette di insediamenti di epoca romana, esse non sono mancate nei paesi limitrofi. Le eredità più importanti della dominazione romana nella città di Milano sono l’assetto dato alla rete stradale e la centuriazione delle campagne.
Quanto alle origini del Santuario non esistono dati certi, ma un’antica iscrizione posta sulla balaustra ci suggerisce che esso risale al 1400, così come il dipinto collocato sopra l’altare che raffigura la Beata Vergine delle Grazie con Gesù Bambino sulle ginocchia. Gli altri affreschi, invece, furono fatti eseguire dalla contessa Perini nel XVIII secolo.
Nella storia della Madonna del Pilastrello di Bresso, tra gli eventi più rilevanti ricordiamo il ritiro in preghiera di San Carlo Borromeo del 1582 nella sua visita in quel di Bresso, poi la costruzione dell’altare in marmo commissionata, nel 1857, da Don Luigi Patellani. Nel 1933 venne rifatto il tetto e restaurata la forma originaria della facciata; nel 1938, un ulteriore restauro rimise in luce i simboli mariani dell’arco trionfale e i gruppi di teste angeliche attorno all’immagine di Dio. La statua della Beata Vergine che durante la festa del paese viene portata in processione (e che sovrastava l’altare) è una riproduzione del dipinto quattrocentesco, realizzata dalla scuola “Artigianelli” di Monza dopo l’ultimo conflitto mondiale.
Nel complesso, l’oratorio si presenta in buono stato di conservazione, grazie ai diversi restauri messi in atto dalla Parrocchia SS. Nazaro e Celso e all’operato di Monsignor Re Dionigi, che si impegnò per tener vivo l’interesse dei fedeli verso il Santuario (una targa in acciaio, affissa nel 1999 all’interno dell’oratorio, lo ricorda). Tuttavia, a causa dello sviluppo demografico e del progresso tecnologico ed edilizio, il contesto in cui la Madonna del Pilastrello venne costruita ha subito notevoli cambiamenti. Ai prati verdi che si estendevano attorno al Santuario e alle cascine dove veniva prodotto il latte si sono pian piano sostituiti edifici sempre più alti e imponenti, che ne impediscono la vista e in un certo senso l’opprimono, prevaricando la sua storia, il suo valore di patrimonio artistico e di culto e il significato che ha per i fedeli e per tutti i cittadini di Bresso. La Madonna del Pilastrello è un simbolo che ci è stato tramandato attraverso i secoli, e anche se l’uomo moderno è preso dai propri affari e ha esigenze molto differenti e più grandi rispetto ai suoi antenati, dovrebbe non dimenticare l’importanza di questa piccola chiesa e averne cura e rispetto almeno quanto i suoi predecessori.