Davanti al presepe

Davanti al Presepe!

 

Se in questi giorni di Natale davanti al presepe pensiamo alla nostra vita e alla vita del mondo, ci vediamo coinvolti in mille situazioni diverse, travolti da grandi passioni o da insidiosi scoraggiamenti, ci troviamo da soli o legati da vecchie e nuove amicizie, alla ricerca di un altro lavoro o messi di fronte ad ostacoli che ci sembrano  insormontabili. È la progressiva incarnazione della nostra vita, dentro la quale incontriamo inevitabilmente la traccia di Dio e il volto dell’uomo. Nella prospettiva di una vita vissuta al massimo delle sue possibilità, il rischio più grande a cui andiamo incontro è la dispersione delle nostre energie, fisiche e psichiche, mentali e spirituali. Occorre trovare un centro: Gesù che entra nella storia umana e che ha dato istruzioni ai suoi apostoli, anche a noi fa sentire la sua vicinanza estremamente povera e ci lascia i suoi insegnamenti.
Intorno a lui unifichiamo la vita: la semplicità del bambino di Betlemme ci aiuta ad unificare la vita intorno alla stessa infanzia spirituale dei pastori, degli angeli e dei poveri di ogni tempo. Tutti gli avvenimenti della nostra vita ci invitano in questi giorni ad arricchire la nostra preghiera. L’esteriorità del mondo, le cose, le sensazioni disordinate e sovrabbondanti di un forzato ma non eterno benessere, ci conducono a volte, necessariamente, a misurarci nella preghiera con un bisogno di più vera autenticità. Da un lato, la contemplazione di Natale ci fa prendere coscienza della mutevolezza e della povertà del nostro dialogo con Dio; d’altra parte, l’adorazione di questo bambino ci fa invocare l’assoluta necessità di qualcosa di più grande di noi, di un intervento permanente di Dio.
In questi giorni di Natale, so, o Signore, che tu vieni nella mia vita: donami la fede, il gusto dell’essenziale, qualche esperienza di povertà, di generosità, di coraggio: chiamami a qualcosa di grande nella vita; che possa imparare ad ascoltare e a vedere, che possa stare vicino a qualcuno che soffre e che ama; che possa decidermi verso qualcosa che mi libera per sempre dalla mediocrità. Voglio contemplarti nel presepe, voglio conoscerti nella tua piccolezza, voglio amarti di più, o mio Signore.   
Mons. Severino Pagani
Vicario episcopale per la Pastorale Giovanile

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